Qual è il senso di Mughetti?

L’altro giorno stavo dilettandomi con l’amena occupazione preferita dai nostri insigni padri nelle gloriose epoche che furono: lo zapping.

E, zappando un po’ qua e un po’ là, sono atterrato su un programma in cui alcune persone erano sedute su alcune sedie (o forse erano poltrone, adesso non ricordo), e parlavano di alcuni argomenti, interrompendosi a vicenda.

Io guardavo le persone e le sentivo parlare. E riflettevo su quanto fosse interessante, quella scena: io zappavo, e loro parlavano.
E ho iniziato ad immaginare una scena inedita: se i nostri ruoli si fossero invertiti, ovvero se fossi stato io a parlare, e loro a zappare!
Là sì che ci sarebbe stato da ridere, per un osservatore ancor più esterno di quanto già non fossi esterno io, che ben poco ridevo, nella contemplazione di quell’ameno conclave di persone che parlavano interrompendosi a vicenda.

Chissà anche se continuare a zappare non fosse, per me, in quel momento, la scelta giusta.
In fin dei conti, non sono un gran intenditore degli argomenti che fluivano dalle loro trachee (a volte dai loro esofagi): il calciomercato mi diletta ben poco, pettegolezzi circa la compravendita di ricchi schiavi bambinoni asserviti alla propria improba superbia, che suscitano altri pettegolezzi di poveri schiavi bambinetti asserviti all’idolatria dell’arrivismo (e dei tatuaggi).

Ma c’era, in tutto questo flashoso luminoso poltroncinico parlarsi sopra a vicenda, qualcosa che mi ipnotizzava; un elemento di una tale inutilità che non mi permetteva di distogliere lo sguardo. Come un film horror splatter, o una pentola de fascioli con tutti i fascioli che ribollono danzando aggraziati all’interfaccia tra l’acqua e l’atmosfera.

C’era un signore, anziano, la cui caratteristica contraddistintiva, anziché l’intelligenza dei discorsi fatti, mi sembrava essere piuttosto quella di indossare degli occhiali vistosi.


Il ruolo degli occhiali non mi era chiaro, e mi lasciava pieno di interrogativi.
Perché una persona dovrebbe aver bisogno di indossare occhiali di tale bruttezza? Forse non se ne poteva permettere di più costosi? Ma allora, se così fosse, le priorità di questo anziano signore (mi pare si chiamasse Mugucci, o Mughetti, o qualcosa del genere) erano tutte svalvolate!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Qualcuno doveva aiutarlo!!!!!!!!!!!!!!!!!

Non era possibile che una persona con così pochi soldi per comprarsi degli occhiali investisse il già poco tempo rimastogli, anziché procacciarsi più soldi (con cui ad esempio cucinare del cibo nutriente ed efficace a prevenire debilitanti malattie invernali quali l’influenza), a parlare di calciomercato in un canale televisivo.
E non ditemi che era anziano e non poteva lavorare! Poteva sempre chiedere l’elemosina. Anche se era italiano, la mafia dei rom non si sarebbe certo sentita di negare un semaforino, anche non in centro, ad un anziano signore dagli occhiali tanto deprimenti.

E poi, mi è venuto un pensiero geniale, che probabilmente a questo punto deve essere venuto anche a voi, o lettori intelligenti di questo blog che vi ha sempre trattato come tali.

Forse, il canale televisivo… lo pagava per parlare.

Forse, i canali televisivi pagano le persone con gli occhiali vistosi, perché anch’essi hanno un cuore (i canali televisivi, intendo); e, colti da spirito filantropico e misericordioso, dispiaciuti nell’intimo (i canali televisivi hanno anche l’intimo, soprattutto dopo le 00:00), essi stessi aiutano le persone in difficoltà, elemosinando loro dei soldini per comprarsi un tozzo di pane in questo momento così economicamente difficile per tutti, in cui noi italiani con gli occhiali normali facciamo fatica a comprarci l’iPhone a fine mese; pensa loro!

Questa ipotesi è risultata vincente, nella mia testa prima vuota, e adesso piena di comprensione.
Ho trovato finalmente la forza di cambiare canale, proprio mentre il signor Mughetti aveva cominciato a parlare di un altro suo cavallo di battaglia, ovvero le sue opinioni personali. Esse erano molteplici, e maturate in ottant’anni di tragitto divano-gabinetto-divano-frigo-divano, e riguardavano la guerra in Ucraina, la globalizzazione, alcuni personaggi politici del Novecento, e altre cose che purtroppo, in quanto non iscritto al Partito Comunista (e soprattutto non indossante occhiali vistosi), il sottoscritto non è risultato abbastanza intelligente da comprendere appieno.

Pensate un po’, nel cambiare canale ho avuto finalmente la conferma della mia teoria precedente: le televisioni hanno veramente a cuore i poveri anziani che non possono permettersi degli occhiali normali!


(Però, nella trasmissione in cui parlava Riccardo Benzoni (pace all’anima sua), gli argomenti erano intellettualmente superiori).