Complice la Quaresima, ho deciso che avrei sottoscritto alcune lievi variazioni sulla mia colazione-tipo.
Certo, per voi, vasto pubblico di estranei che non mi conosce e giunge qui solo per pendere dalle mie labbra (in senso metametaforico) (nel senso che l’espressione “pendere dalle labbra” già è di per sé metaforica, in quanto uno non è che pende dalle labbra per davvero) (e quindi a maggior ragione qua su questo blog penderete al massimo dalle mia dita) (ma sempre in senso metaforico) (non so se mi sono spiegato), debbono necessariamente seguire taluni dettagli circa la mia colazione-tipo, ogni stramaledetta mattina del bimestre 25 dicembre – 25 febbraio (circa) (tranne quella di Natale, la quale è strabenedetta).
Ebbene, detta colazione-tipo consiste in media di:
- 3-4 biscotti tipo Gocciole o sottomarchiche, purché debitamente equiciccione (nel senso di ciccione quanto le Gocciole originali, non nel senso che i biscotti nel pacchetto sono tutti ciccioni uguali, quello sarebbe pressoché impossibile da ottenere per un ipotetico fabbricante di biscotti normali, figurarsi un fabbricante di biscotti ciccioni);
- 5-6 biscotti semplici farciti con abile mano (la mia) da opportune dosi di Nutella, crema di pistacchio, crema di cioccolato fondente, crema di nocciole;
- 1-3 fette di panettone (io vi giuro che non lo mangerei, ma bisogna ammettere che in certuni supermercati la svendita post-stagionale di panettoni è un affare serio. L’ultima volta che sono andato a fare la spesa mi hanno regalato 5 euri basta che me lo portavo a casa);
- 3-27 pezzi di torrone (non perché ora li trovi a prezzo irrisorio, col cavolo, ora non li trovi proprio, bastardi tutti, negozianti ed acquirenti; ma perché sono stato io con la mia lungimiranza a farmi la megascorta a settembre, quando i supermercati iniziavano a disporre le leccornie natalizie contestualmente a quaderni e zaini, e adesso mi tocca consumarne in gran quantità (di torrone, non di quaderni e zaini) altrimenti arriva l’estate e si scioglie tutto, ma soprattutto arriva il prossimo settembre e io mi trovo indietro con la tabella di marcia del becero consumismo eccetera);
- una vasca di gelato al caramello variegato con un po’ di gelato nelle intercapedini tra il caramello e l’altro caramello (per non parlare degli sporadici frammenti di cannolo siciliano);
- 3.5 bicchieri di zabaione zuccherato della marca “Lo zabaione zuccherato di Nonna Porcellona”;
- 14 costolette in salsa barbecue glassate allo sciroppo di glucosio della marca “Le costolette in salsa barbecue glassate allo sciroppo di glucosio del Colonnello D. A. Bete”;
- una tazzina di caffè senza zucchero, perché io alla salute ci tengo.
Ahimé, converrete con me che fosse necessario un piccolo cambio di direzione.
Pertanto, ho deciso di dare un netto taglio al lento suicidio assistito (da me medesimo) delle mie arterie, e di introdurre nella mia dieta un artefatto di nobile genesi…
…
…
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…LE FETTE BISCOTTATE CON IL BURRO.
(Da cui il titolo del post).
Insomma, la ciccia (hehehe) del discorso è che sono troppo buone. Ma buone proprio. Ma buone buone buone. Le mangiavo ed esclamavo mugolii di goduria palatale. Un trionfo di sapori (ben due: il sapore di fetta biscottata e quello di burro, ma comunque molto buoni entrambi).
Ma, a questo punto, è successo ciò che non mi sarei mai aspettato (e che voi Sumeri non potreste mai e poi mai nemmanco immaginare).
Interrompendo per un momento il mio paradisiaco viaggio nel mondo psichedelico delle fette biscottate col burro, ho riaddentato un cicciobiscottone di cui sopra.
Oltre ad osservare che cavolicchio!, era bono pure lui, è accaduta una cosa che mai mi sarei aspettato: non volevo più mangiare neanche una fetta biscottata col burro. Zero. Le guardavo e pensavo: ma ero scemo io, prima, ché me le mangiavo con gran gusto?! O forse c’è qualche fenomeno chimico strano forte che influenza i nostri cervelli in una maniera del tutto radicale?!?!?!?!!?!?!?!?!!?!?!?!?!!?!?!?
Ho deciso, pertanto, di riassaggiare una fetta biscottata con il burro, pur non avendone alcuna voglia dopo il cicciobiscottone.
Una goduria senza fine. Le fette biscottate con il burro erano il mio nuovo cibo preferito.
E quindi, ne ho tratto due conclusioni, una metaforica ed una effettiva.
La conclusione metaforica è che con tutta st’abitudine allo zucchero, seduto a quel tavolo, ero come un eroinomane in crisi d’astinenza davanti ad un bel piatto di Amatriciana fumante (il piatto in questione nella nostra fine metafora sono le fette biscottate con il burro). Al drogato non va di mangiare la pasta, perché può pensare solo alla droga, alla sua dose di droga, a quella robaccia che gli sta facendo perdere la corsa della vita; ma se a un certo punto si impone di ingurgitare un boccone di Amatriciana, gode tantissimo. Poi appena non ne mangia più, mica si ricorda che era buona! Sto stupido drogato (poverino, lo salutiamo con affetto).
La conclusione effettiva mi consente di estendere l’obiettivo di questo post di qualche millimetro al di fuori del puro e semplice resoconto di fatti occorsimi che non trovano nesso alcuno con il resto del mondo; ed è dettagliata qui di seguito.
Spesso, nella vita, ci sono alcune cose troppo belle, troppo belle, e noi ce ne accorgiamo solo mentre le viviamo. Poi, terminate queste cose, ce ne dimentichiamo con una rapidità incredibile, persi nei meandri delle nostre abitudini peccaminose e tossicodipendenti, e torniamo a costruire tutto l’operato delle nostre esistenze ignorando che c’è un mondo di bellezza semplice di cui abbiamo addirittura fatto esperienza! Ma ce ne siamo dimenticati, e forse continueremo a dimenticarcene.
Continueremo a mangiare merda zuccherosa, a mungere soddisfazioni effimere ed entertainment caduco, banale, noiosamente adrenalinico, da una vita che sotto la superficie del “Va tutto a posto così” marcisce di carie e disperazione, ed anela ad una semplicità che noi per primi abbiamo deciso di negarci.
In questi casi, c’è solo una soluzione: spegnere il cervello, convulso coacervo di isterici impulsi libidinosi quanto insoddisfacenti, e bypassarne i deleteri e distruttivi comandi di sinaptica tirannia, appuntandosi un bel post-it sulle fette biscottate, come d’altronde ho fatto io: