Arriva un momento in cui ogni glorioso esempio rifulgente di essere umano (categoria che annovera, ovviamente, il sottoscritto), alle prese con la sua più importante opera, decide, metaforicamente, di bruciare le sue navi.
Bruciare le proprie navi riveste un importante significato simbolico: hai gettato la tua anima oltre l’ostacolo.
Non puoi più tornare indietro.
L’ha fatto metaforicamente Napoletone Bonaparte, quando ha schierato le sue truppe a Waterloo; e sappiamo bene quale magnifica vittoria l’abbia atteso, a diradare le tenebre dell’incertezza bellica, nell’ora apparentemente più buia della sua insigne carriera da benefattore dell’umanità.
L’ha fatto metaforicamente (ma in un altro senso) il gen. col. cap. ten. Miles Quaritch, quando ha bruciato svariati Na’Vi sul pianeta Avatar.
L’ha fatto molto poco metaforicamente Hernando Cortes, quando ha bruciato le navi per far sì che i suoi uomini conquistassero l’impero azteco senza farsi venire il magone del ritorno a casa.
Adesso lo faccio io: ebbene sì.
Annuncio che il mio primo libro è quasi terminato.
Esso si chiamerà Mondo 8, e parlerà di una storia fantascientifica spaziale senza precedenti. Sarà la storia più avvincente che questo (non del tutto defunto) genere vede da decenni a questa parte: un equipaggio, sei adulti e sei ragazzi (largo ai giovani!), protesi all’affascinante scoperta del pianeta (il Mondo 8, per l’appunto) più strabiliante che si sia mai visto, almeno da quando l’astronave di Star Trek è andata su quel pianeta in cui tutti avevano lo stesso cappello buffo.
Ma… attenzione!!!
Col progredire della storia, si scoprirà che sulla Terra sta avvenendo qualcosa di problematico e gravissimo; e le cose diventano assai psicologicamente (e fisicamente) provanti per il povero equipaggio della Sant’Alberto! (Per alcuni motivi molto plausibili, nel futuro la Chiesa Cattolica Romana è ancora alquanto potente, e i Gesuiti se la sbullano in dominio tecnico-scientifico; anche se non tutti gli scienziati concordano con certa teologia).
Riusciranno i nostri eroi a giungere illesi sul Mondo 8? E, qualora riescano a giùngervici, cosa mai troveranno ad attenderli? Chi troveranno ad attenderli?!?!
A queste domande, in circa trecento pagine, l’autore (io) risponderà in maniera (si spera) accettabile, mantenendo la tensione altissima e l’andatura incalzante; pur senza rinunciare al piacere di dotte disquisizioni filosofiche circa il senso della vita e della Scienza e dell’umanità e dell’Universo tutto; e altre amenità che la nostra società tenta disperatamente, nei sempre più scarsi suoi figli cerebrodotati, di strozzare sul nascere.
Anche su questo punto, abbiate fede: non mancheranno allegorie e frecciatine a tale distopia idolavoràtrica; ovvero, quella in cui viviamo nell’ameno presente terrestre delle nostre grigie vite, rallegrate sporadicamente da letteratura di altissimo livello, quale quella presente in Mondo 8.