Cari (ormai ex) studenti,
la scuola moderna, e per estensione il mondo moderno, sono due posti in cui, se uno dicesse quel che pensa veramente, la collettività avanzerebbe seri dubbi circa la sua sanità mentale.
Ora, sulla mia sanità mentale non ho dubbi: io sono completamente pazzo.
E’ pertanto giunta l’ora che io vi dica tutto quello che avrei dovuto dirvi, e invece non vi ho detto, per una serie di motivi che lascio a voi indovinare (e che saranno ben chiari leggendo i vaneggiamenti di seguito riportati).
1. Voglio bene a tutti voi
Anche a quelli che mi hanno rotto il cazzo reso difficile il lavoro.
Forse nella vita un giorno incontrerò uno studente talmente fastidioso, o picchiàntemi, o assassinàntemi, o (peggio ancora) ruotedellamacchinasgonfiàntemi, da far sì che io non riesca a volergli bene; ma per ora il mio sentimento per voi è questo.
Che significa voler bene? Due cose, fondamentalmente.
A) Vuoi bene a una persona quando la guardi in faccia e pensi “Oh, io a quello gli voglio proprio bene”1.
Questa definizione ha il pregio fortissimo di contenere la categoria della faccia. E le vostre facce sono troppo belle; non si può volervi bene senza voler bene alle vostre facce.
La mia affezione per le vostre facce mi riempie il cuore di malinconia, al pensiero che non le rivedrò più spesso come prima.
Ma basta parlare di facce…
B) Vuoi bene a una persona quando desideri il compimento della sua esistenza.
Osservate che non ho parlato di “felicità” o “realizzazione” o “successo”. Il compimento dell’esistenza è qualcosa di più: è l’incontro tra l’essere umano e la Verità, cosmica e personale.
Questo incontro è lo scopo della nostra vita. Esso consiste in un cammino:
- graduale (perché la Verità è troppo vasta per essere contemplata tutta insieme in un momento determinato della vita; chi dice il contrario è un aspirante tiranno delle idee, alla stregua di Lenin o Hitler);
- fastidiosamente lento (perché passa per la crocifissione del nostro istinto egocentrico e materialista, condizione fondamentale e dolorosissima per la nostra felicità);
- interiormente liberante (perché se così non fosse, non ci sarebbe alcun motivo per perseguire questo percorso).
2. Non idolatrate il lavoro
Il lavoro è solo un aspetto della vita; la vita è molto, molto, molto più grande del lavoro.
Non fatevi gabbare dal Maligno. Cornuto e tridentino, egli sussurrerà al vostro ingenuo orecchio sinistro che la cosa più importante della vostra vita è il lavoro. Non dategli ascolto, e chiudetegli il computer in faccia.
Egli tenterà altre strade: la vostra approvazione da parte di capi e colleghi; oppure vi dirà che il vostro lavoro è troppo importante per svolgerlo in sole 8 ore al giorno: ne servono in realtà 11 o 12!
Le persone deboli cedono a queste menzogne; voi non dovete cedere.
Chi disprezza il proprio tempo libero, al punto da sostituirgli il lavoro, in fin dei conti disprezza la propria vita.
Inoltre, chi ha molto tempo libero e lo spreca a fare cose di poco conto, è un imbecille. E voi non siete mica imbecilli!!! Dico bene???
3. Vogliate bene veramente alle persone
Fate qualcosa di buono per quelli che vi stanno intorno.
Se non potete fare qualcosa di buono, prendetevi un minuto e cercate di mettervi nei loro panni.
Percepitene il dolore, e compatiteli.
Le persone soffrono terribilmente (tutti!); custodire la loro sofferenza nei vostri pensieri è il primo passo per la costruzione di una fratellanza umana autentica.
Soprattutto, accettate che qualcuno possa avere un’idea diversa dalla vostra, e mantenere la dignità di essere umano, indipendentemente dal fatto di votare a destra o a sinistra, dall’avere il busto di Mussolini o di Stalin in camera, dal negare il cambiamento climatico o i campi di concentramento, dall’approvare o disapprovare un vaccino obbligatorio, o un certo valore, o una determinata crociata.
Non insultate mai la persona, ma discutetene le idee (ben argomentando, possibilmente).
4. Per favore, non diventate come Luigi
Luigi è un nome di fantasia che ho inventato, onde catalizzare la mia preoccupazione per il vostro futuro.
Egli, nonostante sia un maledetto bastardo, racconta a se stesso di essere, in fin dei conti, una brava persona.
Egli è un maledetto bastardo, in quanto perpetra uno dei crimini più gravi che si possano concepire: trattare male chi gli sta sotto nella scala sociale, e leccare i piedi a chi gli sta sopra.
5. La domanda-chiave per capire se la vostra vita va nella direzione giusta
Se si chiedesse (perché no?) a Luigi “Quali sono le cose migliori della vita?”, lui risponderebbe:
1) il cibo raffinato al ristorante,
2) i viaggi in mete esotiche.
Se ad un certo punto della vita le vostre risposte saranno queste, dovete PREOCCUPARVI MOLTISSIMO.
Siete sull’autostrada dell’inferno in terra.
Siete una carapace vuota d’esseri umani senza anima, senza gioia, senza grandezza.
Mi raccomando, non mi fate incazzare. Trovate il senso della vita, cercatelo con tutte le forze. Dio non ci ha messo in questo mondo, in questo momento storico, in queste circostanze, per farci mangiare il cibo buono e fare i viaggetti di merda. C’è un disegno più grande, e voi dovete capirlo.
6. Toglietevi il metaforico anello dal naso
Il toro, fumantina bestia di svariati quintali, viene reso mansueto da un anello di metallo, incastratogli nella cartilagine nasale in giovane età.
Noi siamo come il toro: abbiamo energia e forze da vendere, eppure sprechiamo la nostra vita a scrollare Instagram o TikTok, senza mai godere veramente abbastanza, assuefatti alla dopamina, finché il nostro cervello rattrappito non constata brutalmente che siamo giunti al crepuscolo della nostra esistenza.
Se avete voglia di essere veramente liberi, fate una sincera autocritica su quali sono i vostri anelli al naso; dopodiché, disinstallateli dal cellulare (tanto stanno tutti là).
7. Gustate il vostro dolore
Proverete, nella vita, dolori immensi ed inimmaginabili (è inutile che leggendo vi tocchiate le parti basse, è così e basta).
Il dolore fisico e spirituale, quello vero, è un’esperienza terribile e grande.
Quando soffrirete, ricordatevi che per sopportare e vincere il dolore avete due armi fondamentali:
Arma numero 1: la consapevolezza che la vita è un viaggio infinitamente più grande di qualunque riduzione edonistica e materialistica di cui il potere voglia convincerci.
La cosa più preziosa che vi possa capitare è vivere intensamente il reale, con autentica dignità di esseri umani.
Cosa preferite? Vivere intensamente il reale, o spaparanzarvi sul divano giorno dopo giorno, fino a diventare vecchi edonisti patetici e mosci?
Preferite che la vostra vita sia un viaggio verso la Verità, o un’insensata perdita di tempo?
Arma numero 2: la partecipazione al mistero universale del dolore.
La fratellanza umana non potrà mai essere creata, senza passare per la condivisione spirituale del dolore.
E’ per questo che Gesù Cristo fonda il sacramento della Comunione proprio sulla sua morte cruenta e dolorosissima. C’è chi lo crede e chi non lo crede, ed entrambe la posizioni (purché adeguatamente ponderate) hanno tutta la mia stima; ma la comprensione simbolica di questo fatto è un passaggio intellettuale obbligatorio, se volete diventare adulti.
Quindi, quando soffrite, sappiate che il vostro dolore è una piccola goccia nel mare dell’angoscia umana, che abbraccia ogni vita, ogni secolo, fino alla fine dei tempi. Questo legame ineffabile fonda la statura di chi desidera, coraggiosamente, scavare il mistero della vita, fino alla sua radice più profonda e più drammatica.
8. Gli adulti giocano a fare gli adulti
Gli adulti, in realtà, non sono adulti.
Gli adulti sono dei giovani intrappolati in un corpo malato e decadente, che cercano di confondersi tra la folla di adulti facendo finta di essere adulti; e, se lo fanno da abbastanza tempo, ormai non riescono più a tornare indietro; a scrostarsi la maschera dell’adulto e mettere a nudo la loro vera anima.
Cosa dovete fare, voi, rispetto a questa verità inoppugnabile ed assoluta (come, del resto, tutto ciò che trovate scritto in questo mio messaggio2)?
La risposta è semplice: cercate di capire quando, aprendo la bocca, non state facendo uscire la vostra voce, ma l’imitazione della “voce fintamente adulta”.
Quando la rilevate, spaventatevi moltissimo (alla stregua del povero Steve Vai), e cercate di tenere il fenomeno sotto controllo. Solo così potrete spuntarla contro questa società che ci vuole impegnati dalla mattina alla sera a parlare, in tono serioso, di idiozie che alla fine della fiera contano meno di zero.
9. C’è vita dopo la morte, sì o no?
(Tranquilli, abbiamo quasi finito).
Questa è la domanda più importante che l’essere umano possa porre alla vita stessa.
Mi sento di dire che la degenerazione e la decadenza della nostra società moderna sono il frutto della censura sistematica di questa domanda. Viviamo autoconvincendoci che la risposta è “no”, e non c’è nessun problema, perché possiamo vivere una vita soddisfacente anche nell’immanente; oppure, viviamo autoconvincendoci che la risposta è “sì”, senza alcuna solida base se non il fatto che ci fa comodo crederlo, senza che abbia un’implicazione sulla nostra condotta morale.
La verità è che siamo una manica di disperati che vivacchiano, zigzagando tra gli ostacoli della vita (e scrollanti Instagram sulla tazza del water), e alla fine muoriamo3 pieni di amarezza; o peggio! Forse, sul letto di morte, ancora ci raccontiamo l’autoconvincente bugia che la nostra vita non poteva andare meglio di così.
Sia che ci crediate, sia che non ci crediate, vorrei che poniate una lente di ingrandimento sulla questione. Ponderatela, capite da cosa discende la vostra convinzione in merito, e soprattutto, lasciate sempre aperto lo spiraglio della speranza.
10. Conclusione
Avrei voluto dirvi anche altre cose, ma queste mi sono sembrate le più importanti.
Vi abbraccio con affetto, e vi auguro una buona adultità. (Avrei anche potuto dire, buon rimanente 77.1% della vostra vita4).
Possa essere una vita piena, significativa, grande; e possa, chiunque incroci la propria strada con la vostra, pensare di essere fortunato che gli sia capitato. Più persone fanno ciò con voi, più è chiaro che la vostra vita sta diventando qualcosa di grande! Non siete d’accordo con me?
Ancora un grande abbraccio.
Prof. Giovanni
11. Post Scriptum
Per favore, da qui in poi, diamoci del tu!!! E che cavolo.
__________________
- (Sarà una definizione tautologica, ma è la migliore che sono riuscito a partorire, senza perifrasi arzigogolate, che fanno perdere di vista il vero senso del voler bene). ↩︎
- (Sto ovviamente scherzando). ↩︎
- (C’è chi vorrebbe imporre la forma moriamo, ma non mi convince: muoriamo suona meglio. D’altronde, lo scriveva anche Benedetto Croce). ↩︎
- (Ipotizzando che avete 19 anni, e tenendo fissa l’aspettativa media di vita in Italia (83 anni), avete vissuto i 19/83, ovvero il 22.9% della vostra vita; ve ne resta, pertanto, il 77.1%). ↩︎